Corporate Political Responsibility (CPR) e New Space Economy: un nuovo paradigma per i dati

Lo Spazio non rappresenta più l’ultima frontiera, ma una realtà che viviamo tutti i giorni. Dalle telecomunicazioni alle mappe online che usiamo per spostarci, fino all’Osservazione della Terra, la New Space Economy valorizza i dati del mondo che ci circonda. Anche di questo si discuterà nel Forum Public Affairs, in programma il prossimo 25 maggio a Roma

 

Sin dagli albori del suo sviluppo, l’industria spaziale è sempre stata promossa da agenzie governative e grandi società aeronautiche, le cui attività erano principalmente volte al progresso scientifico, alla competizione per il dominio tecnologico in settori strategici e alla sicurezza geopolitica, soprattutto delle superpotenze.

Seppur questi fattori restino al centro degli investimenti pubblici relativi alla promozione delle attività aerospaziali, nel corso degli ultimi anni il progresso tecnologico e la rivelazione delle enormi potenzialità economiche di quest’industria hanno fatto sì che si creasse intorno all’aerospazio un vero e proprio mercato multimiliardario, in cui operano oggi sempre più attori privati. 

Da multinazionali dominanti come SpaceX a piccole Start up e aziende innovative, una quantità sempre maggiore di operatori economici ha iniziato a popolare il mondo della New Space Economy, il cui valore economico-commerciale sta crescendo a un ritmo accelerato: se nel 2018 il settore aveva raggiunto i €370 miliardi a livello globale (di cui l’80% riconducibile ad attività commerciali e solo il restante 20% a spesa pubblica), si stima che, entro il 2030, il valore economico dell’intero comparto che ruota intorno all’industria dei dati spaziali possa arrivare a circa €500 miliardi, con possibilità di raddoppio entro il 2040. 

 

LE IMPRESE SPAZIALI TRA CPR E VALORIZZAZIONE DEI DATI

 

In questo contesto di grande fermento economico e tecnologico, non vanno, tuttavia, tralasciati alcuni elementi di sfida che coinvolgono i risvolti etici di un’industria in espansione. Per affrontare in maniera efficace una crescita esponenziale come quella che sta vivendo le New Space Economy, occorre promuovere uno sviluppo sostenibile del settore: dalla riduzione dei costi di accesso allo spazio, all’impatto ambientale prodotto dalle attività di lancio, al controllo dei rischi di inquinamento spaziale. 

Come per numerosi altri settori, anche in questo caso, le imprese hanno sempre più il dovere e l’esigenza di allineare lo svolgimento delle loro attività economiche allo sviluppo di un business sostenibile, duraturo e benefico per l’intera collettività.

 

Così, in linea con quanto sancito dalla ormai nota Corporate Political Responsibility, anche nel mondo dell’economia dello spazio, in ragione delle sue notevoli potenzialità, si sta affermando un doppio principio: beneficio economico-industriale e beneficio sociale per la collettività diventano due facce della stessa medaglia. In questa chiave, le attività legate allo sviluppo delle telecomunicazioni, all’osservazione della Terra, alla navigazione e alla ricerca scientifica – attorno a cui si sviluppa l’industria spaziale moderna – stimolano, oltre che possibilità economiche, anche opportunità tecnologiche volte alla produzione di uno sviluppo sostenibile ad alto impatto civico

 

%%parallax1%%

 

Tutte le cifre sono in continua crescita.

 

IRIDE: L’ECCELLENZA MADE IN ITALY NELLO SPAZIO

 

Un esempio di questo doppio binario che collega sviluppo industriale-scientifico e benessere sociale è la costellazione tutta italiana di satelliti IRIDE. Nato nel dicembre 2021, il progetto, con un budget di 1,1 miliardi di euro, coinvolgerà circa 50 aziende nazionali per lanciare e rendere operativi entro il 2026 34 satelliti, anche grazie ai finanziamenti del PNRR.

La costellazione è concepita per fornire alla PA dati fondamentali e aggiornati al fine di contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche. Inoltre, Iride fornirà dati preziosi e on demand per lo sviluppo di applicazioni commerciali da parte di imprese dei servizi pubblici locali, start up e industrie di settore, grazie all’offerta di 8 macro servizi relativi al monitoraggio marino e costiero, dei movimenti del terreno e delle risorse idriche, la qualità dell’aria, la copertura del suolo, la gestione delle emergenze e la sicurezza.

In conclusione, i prossimi anni possono rappresentare un viatico fondamentale per lo sviluppo del settore aerospaziale italiano e globale. Affrontare le sfide che l’industria e la ricerca hanno davanti, tramite un dialogo costante tra istituzioni e imprese, può essere la chiave di volta per sbloccare le potenzialità del Made in Italy anche nello spazio.

Di questo tema si discuterà all’interno del quarto e ultimo Panel “Aerospazio ed economia digitale: una nuova risorsa per la sostenibilità” del Forum Public Affairs, che si terrà a Roma il prossimo 25 maggio a Palazzo Wedekind, organizzato da Comunicazione Italiana e Adl Consulting.

Leggi anche

Tutti gli articoli