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Un problema che sta causando crescente preoccupazione in famiglie e imprese già provate da due difficili anni di pandemia è l’aumento dei costi dell’energia, il cosiddetto “caro bollette”, è ormai divenuto emergenza.
Da diversi mesi, l’impatto sull’Europa delle tensioni geopolitiche mondiali e la struttura e le peculiarità del funzionamento del mercato energetico hanno condotto a un aumento di costi per i clienti finali, rendendo sempre più di difficile gestione il bilancio di nuclei familiari e aziende. Si tratta di un problema complesso da affrontare, con l’attività del governo Draghi che si è finora concentrata principalmente sul tamponamento degli effetti dei rialzi sulle famiglie più in difficoltà, ma che rischia di dover virare, pur con risorse limitate, anche su nuovi aiuti ai settori industriali più colpiti per preservarne presenza e competitività.
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Questo studio preliminare riguarda 229 atti di indirizzo e controllo sul tema dei costi dell’energia presentati alla Camera o al Senato tra l’inizio di Giugno 2021 e i primi giorni di Gennaio 2022.
Come è noto, con la definizione “atti di indirizzo e controllo” si intendono tutti quegli atti con i quali il Parlamento esercita sul Governo la propria funzione di indirizzo politico e di controllo delle attività.
Per quanto riguarda gli atti di indirizzo, ci si riferisce alle mozioni, alle risoluzioni e agli ordini del giorno. I due classici strumenti parlamentari con cui viene svolta, invece, la funzione di controllo dell’attività governativa, sono le interpellanze e le interrogazioni.
Un primo sguardo alle numeriche per tipologia degli atti, ci indica che, sul tema oggetto della nostra analisi, la parte più consistente di documenti è rappresentata dagli ordini del giorno in Assemblea.
Come mai?
Dalla timeline appare evidente come un gran numero di questi ordini del giorno si concentri nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021. Si tratta, infatti, di iniziative parlamentari legate alla discussione del disegno di legge di conversione del decreto recante misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale (Atto Senato n. 2401, Atto Camera n. 3366), all’attività di conversione in legge del decreto-legge con disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (Atto Camera n. 3354) e alla definizione della legge di Bilancio (Atto Senato n. 2448, Camera n. 3424).
In questa dinamica si fanno notare soprattutto i parlamentari della Lega nei due rami del Parlamento, autori di 24 Ordini del Giorno presentati in Assemblea e di 10 presentati in Commissione, e quelli del Movimento 5 Stelle (17 in Assemblea e 6 in Commissione).
Un’overview sulla totalità dei documenti ci racconta come siano proprio questi due partiti i più attivi nella presentazione di atti sul tema del caro bollette alla Camera e al Senato, seguiti a distanza da Partito Democratico e Fratelli d’Italia.
Un focus sui primi firmatari, mette in luce chi siano gli attori che più si stanno esponendo su questa tematica.
Il maggior numero di atti firmati (22) è da ricondurre a Paolo Arrigoni, senatore della Lega, Responsabile del Dipartimento Energia della Lega dal 24 giugno 2020, ingegnere elettronico.
Il Partito Democratico affida la sua voce al senatore Ing. Stefano Collina (primo firmatario di 14 atti) e al deputato Ing. Gianluca Benamati (9).
Luca Squeri, deputato di Forza Italia, gruppo parlamentare per il quale ha la delega all’energia, ha presentato anch’egli 9 atti. Il Movimento 5 Stelle gioca con più punte: oltre a Ing. Davide Crippa (8 atti), già sottosegretario allo Sviluppo Economico nel Governo Conte con delega all’energia, sono piuttosto attivi sul tema anche i senatori Gianluca Castaldi (6), Gianni Girotto (6) e l’Ing. Cristiano Anastasi (6).
La maggioranza delle interrogazioni presentate è indirizzata al Ministro della Transizione Ecologica (51), 15 sono gli atti che chiamano in causa direttamente il Ministro dello Sviluppo Economico e 11 quelli rivolti al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Tra le interrogazioni a risposta in Commissione, il 54% ha avuto risposta, mentre il 46% risulta ancora aperto. Le interrogazioni a risposta orale arrivano al 58% di risposte. Gli stessi atti a risposta scritta si fermano al 7%: il 93% è, anche per i tempi più lunghi propri di questo tipo di attività, ancora aperto.
Ma in che termini si parla di prezzo dell’energia?
Attraverso tecniche di Named Entity Recognition, abbiamo estratto dal testo dei 229 atti analizzati le informazioni relative a concetti (ai quali possono far riferimento parole differenti), persone, luoghi, organizzazioni ed espressioni temporali.
La mappa raffigura i diversi territori semantici emergenti. Le entità posizionate centralmente si riferiscono a temi condivisi da più testi. La grandezza delle parole è legata alla loro importanza/frequenza.
Parole in zone periferiche della mappa possono, invece, essere considerate più importanti per sottotemi, in quanto caratterizzano solo una parte di testi e non sono generali o aspecifiche.
Il territorio semantico emergente è denotato da un proprio colore. L’area è colorata in maniera automatica dall’algoritmo, che individua e aggrega così testi linguisticamente affini, che condividono tra loro molte entità semantiche.
Quattro sono i principali territori semantici che emergono da questa elaborazione.
In verde vediamo il vero e proprio tema dei prezzi dell’energia, con accento posto sulle dinamiche di un mercato dipendente dal prezzo del gas, la crisi geopolitica, il ruolo dell’Europa e le difficoltà delle filiere più colpite (tra queste ceramica, vetro e carta).
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In blu troviamo, invece, un sotto-cluster legato al tema più generale delle infrastrutture, della gestione delle concessioni minerarie anche sottomarine.
Infine, in giallo, il tema delle infrastrutture si coniuga con le criticità territoriali, in particolare rispetto al rischio sismico.
Un problema di così importante impatto per cittadini e imprese trova risalto anche nella comunicazione degli esponenti politici sui social media.
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Attraverso l’Ads Library di Facebook, è possibile individuare le inserzioni che lo stesso social network riconosce come afferenti temi politici e sociali. Uno studio di quanto messo in promozione da Giugno 2021 a metà Gennaio 2022 ci restituisce un quadro partitico composito.
Molto attivo è il senatore leghista Giorgio Maria Bergesio, capogruppo della Lega in Commissione Agricoltura: oltre a denunciare l’aumento di costi dell’energia, nei suoi post sponsorizzati si concentra sull’impatto che i rincari hanno sulla filiera agricola. Come visto anche nell’analisi del dato parlamentare, il collega Paolo Arrigoni è anch’egli piuttosto coinvolto e critico rispetto alle politiche energetiche.
La conversione del decreto legge per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale a settembre 2021 è stata festeggiata in prima persona da Matteo Salvini, il leader politico più esposto sul tema su Facebook, e dai compagni di partito come una vittoria leghista.
Diverse sono le inserzioni sponsorizzate con cui Mariastella Gelmini rivendica l’operato del Governo contro l’aumento dei prezzi, mostrandosi come il Ministro maggiormente disposto a investire su questo argomento sui social media. Parlamentari e gruppi locali 5 Stelle si schierano anch’essi in difesa delle misure governative per arginare l’impatto del caro bollette sulle famiglie.
Soffermandoci, invece, su Fratelli d’Italia, emerge l’attenzione dell’europarlamentare Carlo Fidanza contro i rincari. Non è l’unico parlamentare europeo a spendersi (e a spendere) sul tema: troviamo, ad esempio, Eleonora Evi dei Verdi e Isabella Tovaglieri della Lega con diversi post in promozione, per quanto con ovvie differenze ideologiche nei loro messaggi.
Il Partito Democratico, più di altri schieramenti, affida la comunicazione sponsorizzata sul caro bollette alle pagine ufficiali dei gruppi parlamentari (Senatori PD, Deputati PD, Eurodeputati PD). Dal canto suo, l’onorevole Maurizio Lupi, promotore in Parlamento di una mozione sul “nucleare green”, porta anche sui social la voce del suo partito – Noi con L’Italia – su questa situazione economica e sulla sua gestione strategica, investendo su diverse inserzioni sponsorizzate. Potere al Popolo, che oggi può contare sul senatore Matteo Mantero, chiama invece alla mobilitazione e alla firma di una petizione contro i rincari energetici.
Interessante, per quanto non del tutto inaspettato, l’investimento pubblicitario sull’argomento anche di pagine di sindacati (ad esempio, Uil Sicilia e FLAEI Cisl Nazionale) e di associazioni di consumatori (Codacons, Adiconsum, Altroconsumo).
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