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Il “Digital Lobbying Blog” è uno spazio digitale dove il nostro Team mette a disposizione di tutti i professionisti di settore approfondimenti su questioni emergenti nazionali e internazionali, innovazioni e best practice.
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Sono numerose – e ampiamente studiate in letteratura – le tecniche di lobby utilizzate dai gruppi di interesse e dai professionisti dei Public Affairs.
Una di queste modalità di interazione è determinata dall’invio di messaggi di posta elettronica. Le e-mail possono essere inviate direttamente al rappresentante politico, oppure in maniera indiretta. In quest’ultimo caso, il processo si sviluppa in due fasi: il gruppo o l’organizzazione mobilita i propri sostenitori, i quali trasmettono il messaggio ad un particolare giornalista o un decisore. Adottare una tale strategia permette di amplificare l’impatto di un messaggio, il quale viene inviato ai policy-makers non tanto da un singolo gruppo di interesse – nei confronti del quale possono già avere un bias negativo – ma dagli elettori stessi.
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Esempi di tattiche di grassroots lobby sono la pubblicazione di una lettera aperta, la creazione di una petizione online e l’organizzazione di una manifestazione pubblica.
Questo tipo di lobby “indiretto” si contrappone (anche se uno non esclude l’altro) a quello indirizzato direttamente ai responsabili politici: incontri bilaterali, telefonate, scambi di e-mail o partecipazione a comitati di esperti. Il lobbying “diretto” si rivolge ai responsabili politici attraverso canali di comunicazione che generalmente non godono di un’ampia visibilità pubblica.
Due noti ricercatori nel campo delle attività di lobby, Iskander De Bruycker e Jan Beyers, si sono posti l’obiettivo di analizzare in quali condizioni l’attività di lobbying esterna (ossia quella indiretta) porti a livelli più o meno elevati di successo rispetto a quella interna (o diretta).
Un primo elemento da prendere in considerazione è la copertura mediatica di un topic: quando una posizione è ampiamente dibattuta e sostenuta dai media, i politici sono incentivati ad ascoltare e a tenere conto delle posizioni dell’elettorato, in quanto adottando misure impopolari rischiano di perdere credibilità e sostegno.
Un secondo elemento che influenza l’efficacia di una strategia di lobby è legato alla capacità di un gruppo di coalizzarsi con interessi diversi – quali ad esempio quelli imprenditoriali e della società civile. Coalizioni ampie, in grado di segnalare le preferenze di molteplici settori della popolazione, possono esercitare un segnale più credibile rispetto alle coalizioni costituite da un insieme più ristretto di interessi (quali le ONG ambientali), e – al contempo – rivolgersi ad un range più ampio di politici.
Come riportato da Turnbull-Dugarte et al. (2022), precedenti studi hanno suggerito che le e-mail sono un mezzo inefficace di mobilitazione degli elettori e di persuasione politica. Tuttavia, i dati raccolti dagli autori dimostrano che le e-mail sono efficaci per mobilitare altre forme di azione dei sostenitori.
Perché le e-mail rappresentano un valido strumento di lobby?
Punto uno: hanno un basso costo.
La partecipazione alla politica – di cui scrivere a un rappresentante è una forma – varia in funzione delle risorse a disposizione, della motivazione dei cittadini e dell’opportunità concreta di partecipare. Un’e-mail contenente un modello già pronto, fornito dall’organizzazione o gruppo, abbassa il costo-opportunità di scrivere a un rappresentante – non solo in termini economici ma anche di tempo.
Punto due: segnalano l’importanza di una issue.
Se il policy-maker riceve diverse e-mail da parte della propria base elettorale sarà portato a credere che quel topic è per loro di particolare rilievo: prendersi il tempo per contattare un rappresentante può segnalare che una questione è importante per gli elettori. I decisori, costantemente in cerca di voti, sono incentivati a sostenere e votare in Parlamento questioni che rispecchiano le opinioni del loro elettorato. Inoltre, soprattutto se l’argomento ha una grande eco mediatica, una mancata azione da parte del policy-maker target può comportare una perdita.
Il paper di Turnbull-Dugarte et al. (2022) – prendendo come case study la campagna realizzata dall’advocacy group anti-Brexit PV per un secondo referendum sulla Brexit – ha dimostrato che l’invio di e-mail ai sostenitori per incoraggiarli a contattare il parlamentare di riferimento è risultato efficace, in quanto la maggior parte dei soggetti si è mobilitata entro tre giorni dalla ricezione dell’e-mail.
Inoltre, gli autori hanno notato come la risposta dei sostenitori all’invito è risultata diversa a seconda del livello di impegno precedente verso la causa. Nello specifico, hanno rilevato una differenza significativa tra la risposta dei donatori e dei non donatori alla campagna del parlamentare di riferimento.
L’importanza del lavoro di Turnbull-Dugarte et al. (2022) deriva dalla conferma che un gruppo politico di advocacy trasversale è stato efficace nel mobilitare i propri sostenitori a fare pressione sui propri rappresentanti politici attraverso una campagna di e-mail di massa. Questo risultato dimostra che i gruppi di advocacy possono generare espressioni di sostegno pubblico di massa su questioni di grande rilevanza e farlo in momenti cruciali di decisione politica.
Il successo, definibile come la misura in cui gli obiettivi politici di un gruppo di interesse o un professionista dei Public Affairs vengono realizzati, non richiede unicamente l’uso di ampie risorse politiche, economiche e relazionali. Esso è il risultato di una concomitanza di fattori esogeni, quali la media salience di cui gode un topic.
Adottando una serie di accorgimenti, è possibile incrementare le possibilità di successo di una strategia di lobby. Combinando gli insegnamenti tratti dai lavori di De Bruycker e Beyers (2018), e di Turnbull-Dugarte et al. (2022) sappiamo che:
unirsi in coalizioni eterogenee – che si basano su una base elettorale diversificata e rappresentativa – e cimentarsi in un processo in due fasi, di trasmissione del messaggio dal gruppo al supporter, e da questo al decision-maker, è un modo efficace per ampliare la risonanza e raggiungere il decisore su più fronti.
Bergan, D. E. Does Grassroots Lobbying Work?: A Field Experiment Measuring the Effects of an E-Mail Lobbying Campaign on Legislative Behavior. American Politics Research. 2009;37(2):327-352. doi:10.1177/1532673X08326967
De Bruycker, I e Beyers, J. (2018). Lobbying strategies and success: Inside and outside lobbying in European Union legislative politics. European Political Science Review (2019), 11: 1, 57–74. doi:10.1017/S1755773918000218
Princen, S. e Kerremans, B. (2008). ‘Opportunity Structures in the EU MultiLevel System’, West European Politics, 31(6): 1129-1146, DOI: 10.1080/01402380802370484.
Turnbull-Dugarte, S. J., Townsley, J., Foos, F. e Baron, D. (2022), Mobilising support when the stakes are high: Mass emails affect constituent-to-legislator lobbying, «European Journal of Political Research», 61 (2), 601-619, https://doi.org/10.1111/1475-6765.12483.
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