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Professore Ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna, già Ministro dell’Istruzione nel Governo Letta
Credo che non ci siano persone che frenano, piuttosto sono le infrastrutture mancanti che impediscono un vero e proprio sviluppo dell’innovazione digitale. Mi riferisco non solo alle infrastrutture materiali come la banda larga o la fibra ottica, ma anche a quelle immateriali, per esempio all’impianto giuridico e regolatorio che deve sostenere l’innovazione della Pubblica Amministrazione. Talvolta l’innovazione non è possibile perché comporta un cambiamento di procedure consolidate da anni e quindi rigide, ed è compito del legislatore favorire l’abbattimento delle barriere e la creazione di un ambiente favorevole.D’altra parte è vero che talvolta chi sviluppa le piattaforme digitali non pensa all’utente finale non professionale e crea sistemi che funzionano in modo macchinoso, o talvolta più complesso di quelli tradizionali. Mi riferisco per esempio alle complessità della firma digitale o della gestione dell’identità digitale, che non sempre ha portato ad una semplificazione. La digitalizzazione dei processi amministrativi deve avere conseguenze positive in termini di efficienza, trasparenza e semplicità altrimenti viene rifiutata. È un problema di competenze trasversali sulle quali sia l’impresa che la Pubblica Amministrazione devono investire.